Nessun sembra essere più interessato a Premium, dopo lo “smarcamento” di Vivendi. E così, complice anche l’indicazione arrivata da Sky Italia, che si è detta pubblicamente disinteressata ad acquistare il servizio pay-tv di Mediaset, il titolo di Cologno Monzese appare discretamente fiacco. La debolezza, tuttavia, non è eccessiva: difficile sarebbe stato, d’altronde, fingere stupore per le dichiarazioni di Andrea Zappia, top manager della tv di Murdoch, che ha affermato di non avere interesse per Premium anche in virtù del fatto che Mediaset ha già siglato un accordo di vendita con Vivendi, e che la società sta intimando il gruppo francese di procedere all’acquisto nei modi e nei tempi precedentemente indicati.

Mediaset contro Vivendi

Proprio l’evoluzione di cui sopra rende inoltre difficile valutare qualsiasi mossa societaria che non coinvolga Vivendi. In altri termini, il fatto che la posizione di Mediaset sia stata subito molto ferrea, ribadendo in diverse si la validità del contratto firmato con il partner francese, e l’avvio di un procedimento giudiziale per la tutela di questo contratto, rende arduo ritenere che vi possano essere delle trattative parallele, soprattutto con un concorrente come Sky.

Sky alla porta?

Il disinteresse di Sky, comunque, potrebbe non essere definitivo. Il network di Murdoch ha infatti assunto una posizione doverosa – sfilandosi da eventuali negoziazioni – ma il disinteresse potrebbe non essere definitivo, bensì temporaneo, in attesa di un’eventuale intesa fra Mediaset e Vivendi, avente ad oggetto l’annullamento del contratto, a fronte – magari – del pagamento di una commissione per la recessione anticipata del contratto. Fino a quando non vi saranno avvisaglie di una risoluzione pacifica, e in breve tempo, della querelle tra Mediaset e Vivendi, difficilmente un potenziale acquirente avrà l’ardire di manifestarsi pubblicamente.

Mediobanca positiva su Mediaset

Ad ogni modo, guai a valutare con leggerezza e superficialità il titolo. Secondo gli analisti di Mediobanca Securities, ad esempio, l’azione potrebbe rappresentare una buona chance di investimento, considerato che il business della tv in chiaro tratta a sconto rispetto ai competitor europei: il rapporto tra enterprise value/ebit di Mediaset viene infatti stimato al 2018 pari a 5,5 volte, ricordava il quotidiano Milano Finanza, mentre per le società media europee si attesta a 10,3 volte. Dunque, per gli analisti di Piazzetta Cuccia, Mediaset, quotando a sconto del 45%, costituisce una buona occasione per poter entrare nel settore italiano del broadcasting. Anche nell’ipotesi di azzeramento del valore di Premium (un gioco puramente contabile, considerato che il valore è di circa 400 milioni di euro nell’ottica più prudenziale), il multiplo Mediaset sarebbe comunque a 7,7 volte, a sconto del 23% rispetto a quello dei competitor europei.

In attesa di comprendere che cosa accadrà, si può infine rammentare come a causa della mancata intesa tra Mediaset e Vivendi sulla cessione di Premium, la società di Cologno Monzese nell’ultimo mese (o, meglio, dal momento della comunicazione dell’assenza di accordi) abbia perso quotazione ma, in fondo, lo abbia fatto in linea con il settore. Quel che stupisce – ma solo in parte – è più che altro quel che è avvenuto prima, con una perdita cumulata di oltre il 20% negli ultimi tre mesi, contro il -2% del settore.

Pubblicità tv

Un ultimo sguardo, infine, alle previsioni sul comparto della pubblicità, con gli analisti di Pwc che hanno elaborato un report piuttosto positivo sullo sviluppo di tale mercato, da qui al 2020. Pwc ha infatti previsto un tasso medio annuo di sviluppo del 3,6%, con un mercato che alla fine del decennio in corso varrà circa 9,1 miliardi di euro. La spesa degli utenti finali crescerà invece mezzo punto percentuale annuo in più (4,1%), per un valore di 26,9 miliardi di euro.