A volte si utilizzano delle parole (o, peggio ancora, degli acronimi) dando per scontato che tutti ne conoscano il significato; in realtà spesso non è così: ad esempio il termine TFM a cosa fa riferimento? Cerchiamo di scoprire a cosa serve, cosa prevede e chi lo eroga.

Il significato di TFM: a cosa serve

Il TFM è il trattamento di fine mandato, ovvero una compenso differito che un’impresa può decidere di riconoscere ai suoi amministratori, una sorta di buonuscita. Non esiste una norma di riferimento, quindi non esiste una disciplina specifica per questa indennità che, di base, segue una logica simile a quella del TFR: ogni anno una quota del compenso dell’amministratore viene accantonata in modo tale fa formare un capitale che verrà liquidato nel momento in cui cessa il rapporto di collaborazione tra la società e l’amministratore stesso. Sulle somme accantonate è garantita una rivalutazione annua minima del 2%.

Chi eroga il trattamento di fine mandato: requisiti e importi

L’erogazione del TFM è facoltativa: la società non è obbligata a pagare il trattamento di fine mandato ai suoi amministratori, ma questo può essere previsto fa un accordo tra le parti. Quando viene nominato un nuovo amministratore l’assemblea stabilisce il suo compenso mensile, ma può anche decidere di erogare un compenso da accantonare di anno in anno e che verrà erogato all’amministratore alla fine del rapporto di collaborazione. Affinché ci sian un accantonamento della quota per il TFM è necessario che:

  • lo statuto o una delibera dell’assemblea (quindi atti con data certa) devono prevedere la facoltà di riconoscere il TFM;
  • l’atto in cui viene prevista la possibilità di erogare il TFM deve essere precedente all’inizio del rapporto di collaborazione con l’amministratore.

Non sono previsti dei limiti minimi o massimi per la quota da accantonare, però l’impresa deve sempre rispettare il principio di ragionevolezza e congruità, tenendo conto della sua realtà economica, del volume di affari, della sua capacità reddituale e dell’attività prestata dall’amministratore. Sulla base di queste considerazioni la quota accantonata di solito rimane al di sotto del 30% (o del 20%) del compenso annuo previsto per l’amministratore.

Deducibilità e tassazione dell’indennità di fine mandato

Il TFM (come il TFR d’altronde) rappresenta un costo interamente deducibile; la deducibilità dipende dalla data dell’atto che riconosce il diritto al trattamento di fine mandato: se ha una data certa c’è deducibilità per competenza, altrimenti c’è deducibilità per cassa, nel senso che deducibile solo quando viene effettivamente pagato. Per quanto riguarda l’amministratore, il TFM è soggetto a tassazione separata (quindi viene erogato alla fine del mandato al netto della ritenuta di acconto del 20%), ma viene sottoposto a tassazione ordinaria se gli importi superano il milione di euro e se il diritto al TFM non risulta da un atto con data certa.