Osservando un grafico con i dati storici degli andamenti delle quotazioni della Volkswagen, salta subito agli occhi il pesante tonfo del settembre 2015, quando il valore del titolo è passato da 170 euro a 92 euro in pochi giorni. Nel corso dei mesi successivi, i vertici dell’azienda sono corsi ai ripari: hanno sostituito il manager Martin Winterkorn, indicato all’unanimità come capro espiatorio dello scandalo, e hanno lanciato nuovi modelli eco-friendly, associati a campagne pubblicitarie che ora veicolano valori quali il rispetto dell’ambiente e l’attenzione alle esigenze della famiglia. Questa strategia pare aver dato dei buoni frutti, visto che le quotazioni si sono gradualmente riprese, fino ad attestarsi sul valore attuale di circa 130 euro per titolo. Si tratta tuttavia di un prezzo ben lontano dal picco fatto registrare ad inizio aprile del 2015, quando le azioni della Volkswagen, che si apprestava a conquistare il mercato dell’auto americano, schizzavano oltre i 250 euro.
A chi volesse acquisire azioni della VW, partecipando anche a fondi che contengono il titolo, si consiglia di attendere gli sviluppi di quest’ultimo caso giudiziario prima di effettuare qualsiasi investimento. Occorre comunque considerare che la Volkswagen è un colosso dell’auto con un indotto enorme nel territorio tedesco, per cui, secondo i sostenitori del principio del “too big to fail”, non dovrebbe mai fallire: una sua chiusura si tradurrebbe in un aumento di qualche punto percentuale del tasso di disoccupazione tedesco.
Altre forme di investimento con il titolo VW sono possibili con il trading online, ma in questo caso, sia con i CFD che con le opzioni binarie, si potrà speculare sulle azioni anche quando queste sono in fase ribassista, realizzando dei buoni guadagni.