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Con la caduta del Governo Renzi tremano i vertici di Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna. Riconferme in bilico.

renziI vertici delle aziende controllate dal Tesoro hanno iniziato a preoccuparsi seriamente, dal voto del referendum di domenica che ha portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le cariche assegnate da Renzi a scadenza triennale stanno per arrivare al loro termine naturale, ed anche se ancora mancano 4 mesi molte sono le preoccupazioni, sia dei diretti interessati che dei Mercati.

Stiamo parlando infatti dei vertici di aziende quotate in Borsa e di rilevanza nazionale, come Eni, Enel, Finmeccanica-Leonardo, Poste Italiane e Terna.

I nomi in ballo sono soprattutto quelli dei fedelissimi di Matteo Renzi, come l’Amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, al centro oltretutto di una brutta vicenda di tangenti in Nigeria, la Presidentessa dell’Eni Emma Marcegaglia e l’Amministratore delegato dell’Enel Starace.

Tutto si deciderà molto probabilmente nei prossimi giorni, una settimana al massimo. Infatti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è chiamato a decidere al più presto sul da farsi, soprattutto per tenere buoni i Mercati.

NUOVO GOVERNO O RICONFERMA DI MATTEO RENZI, IL DESTINO DEI VERTICI DI ENI & SOCI DIPENDE DA MATTARELLA

Le ipotesi al vaglio del Presidente Mattarella sono sostanzialmente due, trovare un accordo politico tra le forze in campo o riconfermare un Governo provvisorio sempre a guida Renzi.

Entrambi i Governi dovranno più che altro far votare una nuova legge elettorale nel più breve tempo possibile, in modo da andare al voto per marzo o aprile al massimo. I vertici di Eni e soci ovviamente tifano per una riconferma di Matteo Renzi, che porterebbe probabilmente alla riconferma di quasi tutte le cariche.

Oppure potrebbe essere positivo uno slittamento dei tempi, che costringerebbe alla riconferma automatica delle nomine per altri 3 anni. L’unica incognita sarebbe un nuovo Governo entro la fine di Aprile, che potrebbe rinominare i vertici proprio all’ultimo momento, ipotesi non gradita sia dai diretti interessati che dai Mercati, in cerca di sicurezze sulle politiche industriali.

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