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Codice tributo 1038: cos’è, cosa significa e quando si utilizza

codice tributo 1038

Anche navigando tra le pagine di questo sito ci si rende conto quanti possano essere i codici tributo: ricordarsi a memoria il significato di ognuno di loro è molto difficile, e diventa praticamente impossibile se nel corso degli anni si verificano dei cambiamenti, con sostituzioni e accorpamenti. Novità di questo tipo hanno riguardato anche il codice tributo 1038: vediamo cos’è e quando si utilizza (se si utilizza ancora).

Cos’è e quando si utilizza il codice tributo 1038?

Le aziende dovevano utilizzare il codice tributo 1038 quando tramite modello F24 dovevano pagare le ritenute sulle provvigioni (anche se occasionali) di rappresentanti e agenti di commercio, commissionari, procacciatori di affari e così via. Abbiamo volutamente utilizzato il verbo all’imperfetto, perché dal primo gennaio del 2017, a seguito di un’opera di accorpamento dei vari codici tributo (risoluzione numero 13/E del 17 marzo 2016), il codice 1038 è stato soppresso.

Al suo posto va utilizzato il codice tributo 1040, ovvero quello che, riportando quanto indicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, fa riferimento alle ritenute su redditi da lavoro autonomo e compensi per l’esercizio di arti e professioni. Quindi se vogliamo rispondere alla domanda presente sul titolo “quando si utilizza il codice tributo 1038?” la risposta è: mai, dal 2017 non si usa più. Quando si compila il modello F24 per pagare le ritenute sulle provvigioni bisogna utilizzare il codice 1040: vediamo come fare.

Come compilare il modello F24 con il nuovo codice tributo

La parte del modello da compilare è la Sezione Erario, ovvero quella relativa alle imposte dirette, all’IVA alle ritenute alla fonte e ad altri tributi. Nella prima colonna bisogna indicare il codice tributo 1040 (ribadiamo ancora una volta che il codice tributo 1038 è stato soppresso un paio di anni fa); nella seconda e nella terza colonna non bisogna indicare nulla. Nella quarta colonna si inseriscono gli importi a debito, mentre la quinta colonna va lasciata in bianco se non ci sono importi a credito.

Come sempre, nella riga Totale ci sono i due spazi in cui si devono inserire le somme degli importi a debito e degli importi a credito presenti in tutta la Sezione Erario e poi c’è la casella denominata Saldo in cui bisogna riportare la differenza tra questi due valori. Gli spazi indicati come codice ufficio e codice atto non devono essere compilati dal contribuente. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili degli esempi: in questo modo sarà più difficile sbagliare la compilazione.

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