Continua la lunga onda di trimestrali nel mercato statunitense. Un’onda che si è contraddistinta principalmente per toni positivi (soprattutto nel settore del credito, il più atteso) e che non ha mancato di fornire le consuete sorprese, positive e negative.

Per quanto concerne alcuni dei nomi più in vista del web globale, buone notizie per Alphabet, la holding di Google. Alphabet, infatti, ha riportato per il terzo trimestre dell’anno profitti e fatturato superiori rispetto alle previsioni degli analisti. L’utile netto risulta, infatti, in crescita del 27 per cento a 5.06 miliardi di dollari in forte aumento rispetto ai 3,98 miliardi di dollari del terzo trimestre 2015. Di conseguenza, l’utile per azione è salito da 5,73 dollari a 7,25 dollari. Escludendo le voci straordinarie, l’utile per azione sarebbe stato di 9,06 dollari. Le stime degli analisti indicavano un utile per azione di 8,62 dollari.

Risalendo le righe del conto economico, rileviamo come il fatturato è salito del 20 per cento a 22.45 miliardi di dollari; a tassi di cambio costanti il rialzo del fatturato sarebbe stato di oltre il 23 per cento. Si tratta del settimo trimestre consecutivo in crescita a doppia cifra. A trainare gli utili sono la ricerca (Google) e i video su Youtube con la pubblicità ad esse collegata. Infatti, circa il 90 per cento dei ricavi derivano dall’advertising su Google; in robusta crescita anche l’attività del cloud che spinge l’aumento del 38,8 per cento degli “altri ricavi” a 2,4 miliardi di dollari.

Per quanto riguarda invece Amazon, sebbene gli utili siano in forte crescita, il loro livello non ha potuto battere le attese degli analisti. L’utile netto è triplicato nel corso del terzo trimestre 2016 a 252 milioni di dollari rispetto ai 79 milioni di dollari dell’analogo periodo del precedente esercizio, non riuscendo però a superare le stime degli analisti. Il dato per azione si è, infatti, attestato a 0,52 dollari rispetto ai 0,78 dollari stimati dal mercato. Sul risultato ha pesato soprattutto l’aumento delle spese di spedizione, cresciute del 43 per cento, oltre ad altri costi che hanno eroso i margini di crescita. Di contro, il sostegno è arrivato ancora dai servizi cloud, i cui ricavi sono cresciuti su base annua del 55 per cento.

Sul fronte dei ricavi, il dato si è attestato a 32,7 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 25,36 miliardi di dollari dello scorso anno, sostanzialmente in linea con quanto atteso dal mercato (32,639 miliardi di dollari) e all’interno della forchetta prevista dalla Società stessa, pari a 31-33,5 miliardi di dollari. A deludere sono anche le stime per il trimestre in corso, per il quale Amazon conta di realizzare ricavi compresi tra 42 e 45,5 miliardi di dollari, rispetto ai 44,6 miliardi di dollari indicati dagli analisti.