La morte di un parente rappresenta di certo un dolore, ma anche una situazione da affrontare con estrema delicatezza dal punto di vista burocratico. Con la successione del conto corrente del defunto i soldi che vi sono depositati vengono divisi tra gli eredi, ma affinché questa spartizione abbia effetto bisogna seguire una procedura: vediamo come funziona e quali sono i suoi costi.

Cosa accade quando muore il titolare di un conto

Quando la banca viene a sapere della morte di un suo cliente, la prima cosa che fa è congelare il suo conto corrente. A parte i cointestatari (limitatamente alla loro quota e solo se si tratta di un conto a firma disgiunta), nessuno vi può accedere se prima non vengono sbrigate alcune formalità. La successione del conto corrente può avvenire:

    • per testamento, ovvero quando la persona deceduta ha espresso le sue disposizioni, indicando una divisione “personalizzata” delle quote;
    • in automatico, ovvero in assenza di testamento; in questo caso gli eredi ricevono la cosiddetta quota legittima, così come previsto dal Codice Civile.

La successione del conto corrente: procedura e costi

Il conto corrente rimane bloccato fino a quando non vengono stabiliti con esattezza gli eredi del defunto e finché non viene presentata alla banca una copia della dichiarazione di successione. Questo documento deve essere presentato all’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla morte del titolare del conto corrente. Gli eredi devono restituire all’istituto di credito tutti gli strumenti di pagamento collegati al conto in successione, quindi le carte bancomat, gli assegni e così via. Dopo aver stabilito con esattezza chi sono gli eredi ed aver presentato la copia della dichiarazione di successione, gli eredi ricevono la loro quota.

Ma non solo gli eredi rientrano nella successione del conto corrente: anche lo Stato vuole la sua parte. Il conto corrente rientra tra i beni dell’eredità, quindi viene sottoposta alla tassa di successione. L’importo di questa tassa può variare in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi coinvolti, con un’aliquota che varia dal 4% al 6% e che viene applicata sia sulle some liquide presenti sul conto che sui tutoli, le obbligazioni, le polizze e gli altri strumenti di risparmio che appartenevano al defunto. Qualche esempio:

    • la moglie ed i figli pagano una tassa del 4% sul patrimonio, ma solo se si supera la franchigia di 1 milione di euro;
    • i fratelli pagano una tassa del 6%, ma solo se superano la franchigia di 100.000 euro;
    • gli altri parenti e affini fino al quarto grado pagano una tassa del 6%, ma senza franchigia.