L’iniziativa attraverso una solida rete di più di 250 esperti, mira a un progresso che non si limiti solo al campo tecnologico, ma principalmente a quello strategico, organizzativo e culturale.

Roma, 16 maggio 2023 – L’Italia avrebbe il potenziale per superare la Germania in termini di produttività, se solo il rapporto tra piccole e grandi imprese fosse allineato tra i due Paesi. La Penisola, infatti, detiene il primato europeo per il maggior numero di imprese, ma anche per la loro frammentazione. Circa il 95% del tessuto economico italiano è costituito da micro imprese, mentre le PMI rappresentano solo il 4%.

Spesso, queste imprese si concentrano esclusivamente sul prodotto e rimangono indietro dal punto di vista strategico, culturale e organizzativo. Molte di esse sono a conduzione familiare e mancano di cultura manageriale e strategica, nonché di attenzione nei confronti della digitalizzazione e dell’informatizzazione. In un quadro come questo a farne le spese è l’innovazione, raramente considerata.

Progetto Consulente Paziente: che cos’è?

Il progetto Consulente Paziente, sviluppato grazie a un lavoro coordinato di Ricerca e Sviluppo con le Università di Verona e Bologna, nonché con il Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, prende vita per offrire una soluzione a questa stagnazione. Si basa sulla creazione di una Community di Consulenti altamente qualificati e con competenze trasversali, che abbiano esperienze imprenditoriali o un forte legame emotivo con il mondo dell’imprenditoria.

Il paradigma su cui si fonda il progetto è che l’innovazione dipende principalmente dall’esperienza e dalla fiducia. Utilizzando una serie di strumenti, metodi e piattaforme (in parte in fase di sviluppo), questi professionisti aiuteranno gli imprenditori nel compiere il primo passo verso l’innovazione, aiutandoli a superare il fisiologico approccio di diffidenza iniziale. Durante il percorso saranno necessarie doti relazionali e “pazienza”, valori centrali per guidare l’imprenditore, renderlo più consapevole e accompagnarlo verso una nuova produttività.

L’Università di Verona ha condotto uno studio per individuare il profilo ideale del Consulente (Paziente) per le imprese con bassa produttività, considerando anche il contesto attuale di mercato e sviluppo. L’accento è stato posto non solo sulle competenze tecniche, ma soprattutto sulle soft skills che favoriscono lo sviluppo di relazioni di fiducia. La ragione è semplice: un approccio di questo tipo faciliterebbe il percorso dell’imprenditore, generalmente restio al cambiamento. Per far parte della Community, i Consulenti devono seguire un rigoroso processo di selezione eseguita utilizzando strumenti scientifici di indagine per l’analisi di variabili psicoattitudinali. Tra queste variabili, la pazienza e l’empatia rivestono un ruolo di grande importanza.

Indagini e statistiche

Secondo un’indagine condotta su imprese italiane da Mama Industry, la società di consulenza aziendale fondata da Marco Travaglini e Fabrizio Mecozzi, davvero troppo poche le mPMI che possono considerarsi realmente competitive. Nella maggior parte dei casi, infatti, la gestione è affidata a membri della famiglia, parenti o amici, a discapito delle competenze professionali.

Questo evidenzia una diffusa diffidenza nel delegare a professionisti esterni qualificati, aperti al cambiamento e in contatto con ambienti, professioni, strumenti e metodologie di trasformazione e innovazione. Le statistiche provenienti da un’indagine ISTAT relative ai motivi della scarsa diffusione dell’innovazione, sembrano confermare che la mancanza di propensione a investire in innovazione sia correlata alla mancata interazione con ecosistemi, filiere e comunità.

Le condizioni che influiscono in modo significativo sull’economia italiana sono principalmente legate alle imprese che costituiscono il cosiddetto “mercato off”. Queste imprese hanno difficoltà nel generare valore aggiunto, il che è la causa principale della bassa produttività del lavoro e del capitale. La stessa ricerca ipotizza che ciò abbia un effetto a catena e che, quindi, sia responsabile di ulteriori problematiche sociali ed economiche nel nostro Paese: diminuzione dei consumi interni, basse prospettive di crescita, instabilità del mercato del lavoro, precarietà, bassa natalità, disuguaglianze, ecc.

Mama Industry: di cosa si occupa?

Parliamo di imprese che si trovano intrappolate in una situazione stagnante e che, pertanto, producono un valore aggiunto limitato, mal reinvestito e senza possibilità di far ricorso al credito. Questo crea un circolo vizioso che ostacola la loro crescita. Mama Industry, per l’appunto, mira a rompere questo ciclo con il progetto del “Consulente Paziente“. La Community si propone di “democratizzare la consulenza”, offrendo alle PMI gli stessi strumenti di cui dispongono le grandi aziende.

Fabrizio Mecozzi ha spiegato che l’attività di Mama Industry ha una spiccata vocazione sociale poiché mira ad aiutare coloro che si trovano in maggiori difficoltà. Egli ha sottolineato che molte di queste piccole e medie imprese hanno grandi meriti e spesso dispongono di prodotti e idee di qualità. A differenza di altre società di consulenza che si rivolgono principalmente alle grandi imprese, Mama Industry ha scelto di focalizzare l’attenzione sulle mPMI. Questa decisione è motivata dal desiderio di offrire loro un approccio diverso, soprattutto nella fase iniziale, in cui è necessaria pazienza. L’obiettivo è supportarle con strumenti utilizzati dalle grandi imprese al fine di renderle più produttive e competitive, riducendo nel complesso il costo di accesso ai sistemi di innovazione.

Marco Travaglini aggiunge anche che la chiave non è tanto il processo, poiché gli imprenditori sanno come realizzare il proprio prodotto, quanto piuttosto il passaggio verso l’innovazione. In Italia, ci sono molte idee nuove ma per realizzarle è necessario disporre di un buon background manageriale ed emotivo-relazionale, necessario per prendere decisioni mirate. È fondamentale accelerare l’accesso a tutto ciò che può generare valore aggiunto, inclusi metodi, strumenti e persone, al fine di eliminare le barriere all’innovazione.

Consulente Paziente, in conclusione, assume il ruolo di guida per le mPMI che si concentrano esclusivamente sul prodotto e che mancano della capacità di strategia, lavorare per processi, comunicare e ottenere accesso al credito. Questi elementi sono essenziali quanto il prodotto stesso. L’obiettivo sarò quello di aiutare gli imprenditori a sviluppare più consapevolezza, sia sulla situazione attuale della propria azienda, sia sulle opportunità di crescita e sulle potenziali prospettive di sviluppo futuro.