La settimana non offre tantissimi spunti per poter orientare i propri investimenti (soprattutto, dopo l’abbuffata cui siamo andati incontro negli ultimi tempi!) ma… anche in giornate più povere di aggiornamenti macro, è comunque possibile trarre delle validissime opportunità di trading. Vediamole insieme, cominciando dall’evento principale.

La pubblicazione dei verbali FOMC

Come detto, l’attesa principale – almeno negli Stati Uniti – è per la pubblicazione dei verbali del FOMC di inizio novembre, che potrebbero fornire maggiori indicazioni riguardo il numero di rialzi dei tassi previsti alla Federal Reserve per il 2017 (difficile, per il momento, avanzare delle previsioni). Non si tratta comunque, dell’ultimo aggiornamento odierno: prima della pubblicazione dei verbali, infatti, l’attenzione si concentrerà sulle stime preliminari per gli ordini di beni durevoli di ottobre e sulle vendite di case nuove. Riguardo gli ordini, considerati tipici anticipatori della dinamica degli investimenti, il consenso proietta per ottobre un deciso recupero dell’indice dal -0,3 per cento precedente a +1,7 per cento su base mensile, con un corrispondente rimbalzo della componente core (al netto di beni per la difesa e aereonautica) da -1,3 per cento a +0,3 per cento mese su mese. Sul fronte del mercato del lavoro le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, la cui pubblicazione è anticipata di un giorno per via della festività del Thanksgiving, dovrebbero registrare un aumento delle nuove richieste da 235 a 250 mila unità nella settimana conclusasi il 19 novembre. Se confermato, il dato rappresenterebbe comunque un fisiologico aggiustamento dopo i minimi delle ultime settimane, in un contesto in cui il mercato del lavoro si conferma in crescita solida. Infine, sul fronte del mercato immobiliare, dopo che i numeri sulle vendite di case esistenti hanno sorpreso ampiamente al rialzo, sono viste invece in leggera correzione le trattative per abitazioni nuove che dovrebbero segnare una flessione di -0,5 per cento mese su mese in ottobre a 590 mila unità su base annualizzata.

E in Europa?

Anche in Europa la giornata non è molto ricca ma… c’è qualche buono spunto. Il focus è in particolar modo rappresentato, per i dati macro europei, dalle stime preliminari dei PMI di novembre che, secondo le previsioni di consenso, non dovrebbero mostrare variazioni significative, consolidando così il recupero dei mesi precedenti. Più nel dettaglio, gli indici aggregati per la zona euro sono visti rispettivamente in leggera correzione per il manifatturiero (da 53,5 a 53,3 punti) e in modesta accelerazione per i servizi (da 52,8 a 52,9) con la lettura del compositivo che dovrebbe rimanere stabile sui 53,3 punti di ottobre. Dinamiche analoghe sono attese per i dati nazionali con la fiducia per le imprese manifatturiere in calo e quella dei servizi in aumento in Francia, mentre in Germania un timido movimento di correzione dovrebbe essere esteso a entrambi i settori. Nel complesso, i PMI rimangono su livelli espansivi (sopra la soglia di 50 punti) e compatibili con un’accelerazione del PIL nell’ultima parte dell’anno. In questa fase specifica le indagini potrebbero riflettere l’aumentata incertezza successiva all’elezione di Trump.

Cosa accade sui mercati

Sul mercato dei cambi, abbiamo assistito una pausa nel trend di rafforzamento del dollaro, con il dollar index (l’indice della valuta USA pesato per il commercio estero) che continua a scambiare non lontano dal recente massimo a 13 anni e mezzo. I guadagni sulla valuta americana si sono accumulati nei giorni scorsi sulla scia delle aspettative circa le politiche espansive della nuova amministrazione Trump. Sul fronte delle materie prime, continuano a rimanere deboli le quotazioni petrolifere, visti i timori circa un concreto accordo sul taglio della produzione al vertice OPEC della settimana prossima a Vienna, dopo la discussione informale avvenuta a Doha lo scorso weekend.

Spostandoci sul fronte obbligazionario, in un mercato caratterizzato da un clima di buona propensione al rischio i titoli corporate europei hanno archiviato la giornata di ieri con un ritorno totale pari a +0,2 per cento sugli High Yield e +0,3 per cento sugli Investment Grade, con questi ultimi sostenuti dalla dinamica favorevole dei tassi core. Il bilancio su base settimanale e mensile evidenzia però una certa cautela degli investitori nel prendere posizioni sul comparto, visti gli appuntamenti chiave delle prossime settimane e la forte volatilità che ha scosso il comparto del tasso fisso.

Sul fronte dei titoli di Stato, dopo che la seduta di ieri ha visto un generalizzato recupero dei titoli di stato europei, pur in un contesto di mercato ancora una volta piuttosto volatile, appare invece marginalmente negativa l’apertura odierna per i core sulle scadenze medio lunghe e stabile per i periferici. Il 2 anni tedesco tocca infatti un nuovo minimo storico in area -0,75 per cento, determinando un irripidimento della curva delle scadenze.

Passando infine ai mercati azionari, registriamo una nuova seduta in rialzo per Wall Street, con i principali indici che registrano ulteriori livelli storici in una giornata dai volumi moderatamente inferiori rispetto alla media delle ultime cinque sessioni. Per la prima volta, il Dow Jones supera anche la soglia psicologica dei 19.000 punti, in un contesto che si caratterizza per una volatilità contenuta e con una propensione al rischio garantita sia dalle attese per gli effetti espansivi della futura politica fiscale sia per la forza relativa dei comparti legati alle materie prime. La salita, che caratterizza l’attuale movimento dai minimi di inizio mese, si conferma particolarmente ripida e la condizione di ipercomprato potrebbero lasciare spazio a fisiologiche prese di beneficio, in vista anche della chiusura di domani per la festività del Giorno del Ringraziamento.