Nel corso del tempo le case e gli altri edifici possono aver bisogno di alcuni lavori: nella maggior parte dei casi si tratta di semplici ritocchini, mentre in altri si tratta di interventi un po’ più importanti. A volte si fa un po’ di fatica a distinguerle, però è importante avere ben chiare le differenze tra gli interventi di manutenzione ordinaria e le opere di manutenzione straordinaria. Vediamo di cosa si tratta.

Cosa sono le opere di manutenzione straordinaria

Il confine viene segnato dal Testo Unico dell’Edilizia, che all’articolo 3 spiega cosa si intende con il termine opere di manutenzione straordinaria. Rientrano in questa categoria gli interventi e le modifiche necessarie per il rinnovo e la sostituzione di parti anche strutturali, quelli realizzati per integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, a patto che non ci sia un’alterazione della volumetria complessiva dell’immobile e che non comportino un cambiamento della destinazione d’uso. Vengono considerati lavori di manutenzione straordinaria anche quelli che portano all’accorpamento o al frazionamento di unità immobiliari, purché non mutino l’originaria destinazione d’uso e la volumetria complessiva.

Nel 2014 il cosiddetto decreto Sblocca Italia ha allargato la gamma dei lavori che possono essere considerati di manutenzione straordinaria. Questo l’elenco completo:

  • realizzazione, integrazione o rifacimento totale dei servizi igienico-sanitari;
  • rifacimento o modifica completa degli impianti (anche in caso di installazione di pannelli fotovoltaici o solari);
  • nuova realizzazione o rifacimento degli intonaci esterni;
  • sostituzione dei serramenti esterni con altri infissi, differenti sia per forma che per materiali;
  • realizzazione di muri di cinta, recinzioni, cancellate e ringhiere;
  • creazione di nuove porte o finestre verso l’esterno;
  • interventi per la realizzazione di giardini o cortili;
  • consolidamento delle strutture portanti in fondazione o in elevazione;
  • installazione di scale di sicurezza e ascensori,
  • rifacimento di rampe e scale;
  • sostituzione di tramezzi interni;
  • sostituzione dei solai di copertura, anche con strutture e materiali diversi, ma senza modificare le quote di gronda e di colmo.

Per tutti questi lavori rimane l’impossibilità di variare la volumetria complessiva degli edifici e di cambiare la destinazione uso.

Differenze, comunicazioni e bonus

Come era facile intuire, le opere di manutenzione straordinaria implicano interventi più incisivi rispetto ai semplici lavori di ordinaria amministrazione. Per questo motivo il proprietario (o l’inquilino o l’usufruttuario) dell’immobile deve presentare la comunicazione asseverata allo Sportello Unico per l’Edilizia. Per le opere che prevedono interventi strutturali che possano aumentare le unità immobiliari o i parametri urbanistici è necessaria anche la SCIA, ovvero la segnalazione certificata di inizio attività. Di solito sono i professionisti a cui ci si rivolge per l’esecuzione dei lavori ad occuparsi, previa delega, di questi adempimenti burocarici. Chi esegue opere di manutenzione straordinaria in determinati casi può beneficiare del cosiddetto bonus ristrutturazioni.