Per tutti i liberi professionisti arriva un momento in cui bisogna necessariamente fare i conti con l’aspetto contabile. Chi ha dedicato la sua vita allo studio di una materia molto probabilmente sarà carente sotto il punto di vista della contabilità, e sentirà di aver bisogno del supporto di un commercialista. Ciò che è bene sapere è che, però, una volta compreso il meccanismo dietro alle fatture e alle altre pratiche amministrative, districarsi tra le varie formule diventerà un gioco da ragazzi! Nelle prossime righe vedremo in breve come calcolare la fattura ingegnere e quali sono i fattori da considerare per non sbagliare.

Fattura ingegnere: come si compila?

Prima di approfondire le regole alla base del calcolo della fattura ingegnere, è bene specificare che per ogni professionista, nel momento stesso in cui si riceve il pagamento da parte del cliente, è obbligatorie emettere fattura per la propria prestazione. Ma da dove si inizia per compilare una fattura in modo corretto?

I dati essenziali sono in primo luogo quelli personali. All’interno dell’intestazione sarà dunque necessario indicare il proprio nome, cognome, indirizzo completo, partita IVA e codice fiscale. Poi, ovviamente, dovrete richiedere i dati del cliente, tra cui nome e cognome, codice fiscale oppure, se si sta fatturando a una impresa, la sua partita IVA.

Altri dati necessari sono la data di emissione della fattura e il numero progressivo e univoco del documento. Tramite questo numero (generalmente costituito da un numero progressivo seguito dall’anno di riferimento) sarà possibile non solo registrare correttamente il documento, ma anche trovarlo più facilmente in caso di necessità.

Seguono la descrizione del servizio prestato e il suo valore, corredato dall’aliquota IVA di riferimento. Se applicati, andranno indicati gli sconti e, infine, il totale imponibile, costituito dal valore totale del servizio, cui si aggiungerà il totale IVA e, infine, il totale del documento.

Cosa aggiungere?

Per gli ingegneri e per altre categorie professionali sarà poi necessario calcolare anche altre voci nella fattura ingegnere. Tra queste troviamo quanto dovuto a titolo di cassa previdenziale e la ritenuta d’acconto. Chi è iscritto a un Albo è infatti tenuto a versare una somma calcolata sugli incassi ai fini del versamento dei contributi alla relativa cassa previdenziale ai fini pensionistici. Per gli ingegneri, si tratta dell’INARCASSA, mentre gli altri professionisti non iscritti all’Albo fanno riferimento alla Gestione Separata INPS.

Nella fattura ingegnere sarà quindi necessario aggiungere, oltre a quanto indicato nel paragrafo che precede, anche il calcolo di quanto addebitare al cliente a titolo di cassa previdenziale INARCASSA o di gestione separata INPS. L’importo di tale versamento è pari al 4% del valore del compenso.

A ciò si aggiunge il calcolo della ritenuta d’acconto, nel caso in cui il cliente a cui si sta intestando la fattura sia titolare di partita IVA. In questo caso, infatti, l’importo totale che il cliente pagherà all’ingegnere sarà diminuito del 20% del valore a titolo di ritenuta d’acconto che andrà versata separatamente.

L’unico caso in cui non va compresa la ritenuta d’acconto è quello in cui l’ingegnere che emette fattura rientri nel regime forfettario. Se l’importo della fattura ingegnere supera i 77,47 euro, andrà semplicemente applicata una marca da bollo del valore di 2 euro e aggiunta la dicitura:

“Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015. Si richiede la non applicazione della ritenuta alla fonte a titolo d’acconto ai sensi dell’articolo 1 comma 67 della Legge numero 190/2014. Imposta di bollo da 2 euro assolta sull’originale per importi maggiori di 77,47 euro.”