Ampiamente atteso come elemento (necessario ma non sufficiente) per poter orientare il prossimo rialzo tassi della Federal Reserve, l’employment report di agosto ha denotato pareri contrastanti, con iniziale delusione e successiva velata soddisfazione per i suoi contenuti. Ma in cosa consistono?

Nuovo occupati

Iniziamo con il ricordare come il dossier abbia denotato una crescita occupazionale solida (+151 mila unità), dopo due dati molto forti a giugno e luglio, che a loro volta avevano rappresentato una buona accelerazione da una delusione precedente. La lettura dei dati deve tuttavia tenere conto del fatto che tradizionalmente i dati di agosto deludono le previsioni degli analisti, principalmente a causa delle difficoltà di destagionalizzazione (9 volte negli ultimi 12 anni), sebbene poi vi siano revisioni positive, con la conseguenza che i dati finali sono più vicini alle aspettative. Negli ultimi 5 anni i dati sono stati mediamente inferiori di 52 mila rispetto alle attese di consenso.

Le attese degli analisti

Le informazioni sono comunque complessivamente in linea con una valutazione di ulteriore miglioramento del mercato del lavoro. Gli occupati non agricoli sono infatti aumentati di 151 mila ad agosto, posizionandosi nella parte bassa del range degli osservatori. Per i due mesi precedenti la revisione complessiva è inoltre di -1000 unità. La media a 3 mesi, a 232 mila, è altresì al di sopra della crescita occupazionale media vista da inizio anno (182 mila).

Nuove assunzioni per settori

Diamo quindi uno sguardo ai singoli settori. Gli occupati sono aumentati di 150 mila nei servizi privati (media a 3 mesi: 202 mila), con incrementi diffusi a tutti i sotto-settori (tranne le posizioni temporanee, -3 mila). Gli occupati sono invece in calo nel manifatturiero (-14 mila), in linea con i dati deludenti delle indagini del settore e nelle costruzioni (-6 mila). Nell’estrattivo, prosegue il deciso calo dei posti (-4 mila). Il settore pubblico crea 25 mila posti, dopo tre mesi solidi (media a 3 mesi: 36 mila).

Tasso di disoccupazione

Per quanto concerne gli altri dati statistici di riferimento, rileviamo come il tasso di partecipazione sia rimasto stabile al 62,8%, e che il tasso di disoccupazione è fermo al 4,9%, contro attese di calo al 4,8%. Invariato anche il tasso di disoccupazione allargata al 9,7%, vicino ai minimi da aprile 2008.

Si segnala inoltre come il numero delle ore lavorate sia calato di -0,2% rispetto al mese di luglio, e che i salari orari siano invece cresciuti di 0,1% su base mensile, rallentando dopo +0,3% su base mensile di luglio, rimanendo su un trend molto moderato (2,4% a/a).

Rialzo tassi Fed?

Come ricordavamo in apertura, l’employment report di agosto è stato accolto da grandissima attesa, poiché valutato – a ragione – come uno spartiacque per un possibile rialzo dei tassi della Fed in tempi brevi, anche a settembre. Il FOMC guarda i trend e non i singoli punti e in tal senso le informazioni di agosto si aggiungono a un quadro generalmente positivo di ulteriore miglioramento del mercato del lavoro.

Rimane però da comprendere se i dati siano sufficienti per poter varare un effettivo incremento del costo del denaro. Le opportunità ci sono, anche se riteniamo molto più probabile un ritocco nelle riunioni successive.