Nelle ultime ore sono continuate ad arrivare ulteriori elementi di sostegno alle principali novità che sembrano poter interessare la riforma pensioni 2016. Su tutte, la conferma dell’inclusione dei lavoratori precoci all’interno delle iniziative allo studio del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha poi deciso di spostare di altre 24 ore la convocazione del tavolo sindacale in seguito alla necessità di varare la Nota di aggiornamento al Def per ieri sera. Con questo parziale slittamento, i tecnici sono riusciti a effettuare alcuni ultimi ritocchi alle misure, utili per non lasciare indietro nemmeno un potenziale interessato. Vediamo allora le novità di oggi, in attesa che si possa arrivare al provvedimento normativo in tempi congrui.

Lavoratori precoci

Le ultime novità sui lavoratori precoci sembrano essere incoraggianti. Ricordiamo – per tutti coloro che non avessero seguito i nostri update negli ultimi giorni – che per lavoratori precoci il governo intende tutti coloro che hanno iniziato a versare contributi da minorenne, e che per costoro sembra fortunatamente confermata la scelta di riconoscere un bonus utile per poterli “traghettare” ai 41 anni di anzianità necessari al ritiro anticipato, a patto che l’inizio del lavoro sia avvenuto prima dei 16 anni di età. Il bonus avrebbe un costo di 600 milioni di euro e pare oramai cosa certa (a patto che le risorse complessivamente stanziate per la previdenza ammontino ad almeno 1,5 miliardi di euro).

Quattordicesima

Altra novità potenzialmente gradita sembra essere quella della quattordicesima, che verrà estesa a una platea di 1,2 milioni di pensionati che vive con assegni tra i 750 e i 1.000 euro netti al mese. La quattordicesima mensilità verrà inoltre pagata su tre distinte fasce di reddito, a seconda degli anni di contribuzione del beneficiario. In questo caso, le risorse finanziarie stanziate dovrebbero essere pari a 700 milioni di euro, da destinare per il 30% alle 14esime in essere, e per il restante 70% destinato ai nuovi beneficiari. Il presidente del Consiglio poche ore fa ha inoltre confermato che alle pensioni fino a 750 euro, viene data una 14esima di circa 40 euro al mese, che andrà raddoppiata in un’unica soluzione.

Ape a costo zero

Altra novità riguarda l’Ape social, l’Ape a costo zero. Quest’ultima dovrebbe essere riconosciuta non solo ai 61 – 63enni con almeno 20 anni di contributi, disoccupati e senza ammortizzatore sociale o con gravi carichi familiari, bensì anche tutti i lavoratori impegnati in mansioni a rischio come gli operai edili, i macchinisti e probabilmente anche il personale marittimo imbarcato, con pensione fino a 1.500 euro. L’Ape social costerebbe circa 600 milioni di euro, e sarà riconosciuta con un meccanismo a esaurimento risorse nei primi due anni di sperimentazione, e NON – dunque – con una norma che ne riconoscere il pieno diritto a tutti i beneficiari. Non sembra vi siano novità per le altre due forme di anticipo: quella volontaria sarà onerosa per i beneficiari, quella aziendale, utilizzabile nelle situazioni di crisi o ristrutturazioni aziendali, sarà a carico dei datori di lavoro.