L’argomento pensioni è sempre uno dei più dibattuti: ogni tanto quando si discute di questo tema si sentono nominare i contributi IVS; molti sono a conoscenza del fatto che si tratta di una contribuzione obbligatoria, ma non tutti sanno veramente cosa sono. Cerchiamo di scoprirlo e vediamo chi li deve pagare.

Cosa sono i contributi IVS e chi li deve pagare

Partiamo subito con la definizione: i contributi IVS rappresentano la contribuzione che deve essere versata dal lavoratore a fini pensionistici per invalidità, vecchiaia e superstiti. Lo scopo del contributo è quello di assicurare il lavoratore contro l’interruzione della propria attività a causa di invalidità, vecchiaia o morte (in questo caso gli assicurati sono i superstiti). Questi contributi devono essere pagati da

    • lavoratori dipendenti settore privato;
  • apprendisti;
  • collaboratori autonomi iscritti a gestione separata;
  • commercianti e artigiani;
  • artisti dello spettacolo;
  • mezzadri;
  • coloni;
  • imprenditori agricoli professionali;
  • coltivatori diretti;
  • giornalisti iscritti all’INPGI.

Sono esclusi dal pagamento dei contributi Invalidità Vecchiaia Superstiti i dipendenti pubblici.

La definizione dell’aliquota e le modalità di versamento

La quota da versare non è comune a tutti i soggetti che abbiamo appena elencato: il calcolo dei contributi IVS infatti varia in percentuale in base alla categoria di appartenenza. Anche il pagamento viene effettuato in modo diverso: gli autonomi versano quanto dovuto tramite modello F24 (ovviamente rispettando determinate scadenze), mentre per i lavoratori subordinati (apprendisti e collaboratori inclusi) la quota viene trattenuta in busta paga. Ogni anno l’INPS definisce le aliquote contributive e determina il reddito di fascia, quello minimo e quello massimo e sulla base di questi parametri individua il contributo per la gestione IVS; ad ogni modo l’aliquota oscilla tra il 24% e il 34%.

Per i lavoratori dipendenti l’ammontare del contributo non può superare il 33% (ogni anno l’INPS stabilisce come calcolare la parte dovuta dal lavoratore e quella dovuta dal datore di lavoro); la percentuale contributiva IVS degli imprenditori agricoli professionali viene stabilita in base alla collocazione geografica dell’impresa, alla fascia reddituale e all’età anagrafica del contribuente; per artigiani e commercianti la quota viene definita in base al reddito Irpef dichiarato, ma sono previsti dei versamenti minimi e massimi. Per i contribuenti sottoposti a gestione separata la quota varia dal 24% al 25% in base alla categoria lavorativa e l’aliquota è interamente a carico del lavoratore autonomo. I contributi IVS vengono pagati in quattro rate: le date da segnare sul calendario sono 16 maggio per la prima rata, 20 agosto per la seconda, 16 novembre per la terza e 16 febbraio per la quarta. Il mancato pagamento dei contributi IVS determina un’inadempienza che bisognerà sanare.